Prendiamoci cura dei nostri risparmi!

Soldi fermi sui conti correnti: perché è una pratica poco lungimirante

Noi italiani siamo un popolo di risparmiatori. Si tratta di una verità nota, suffragata da dati incontrovertibili.

L’Associazione Bancaria Italiana (ABI) fa sapere che a maggio 2020 i depositi (in conto corrente, certificati di deposito, pronti contro termine, conti deposito) sono aumentati di oltre 115 miliardi di euro rispetto all’anno precedente, una variazione pari a +7,6% su base annua, e hanno raggiunto la cifra ragguardevole di ben 1.672,86 miliardi.

Questa crescita è stata sicuramente influenzata dai minori consumi dovuti al lockdown ma è un fenomeno già rilevato da alcuni anni. Sempre tramite dati ABI si scopre che i conti correnti tradizionali rendono zero e costano assai: 142 euro per una famiglia che fa 228 operazioni l’anno. Meno costosi, 26 euro per la stessa famiglia, sono invece i conti online delle principali banche che utilizzano solo (o quasi) canali digitali. Tuttavia, anche i conti di deposito vincolati, dove sono riposti circa 500 miliardi – e che non servono per depositare stipendi, fare prelievi o appoggiare accrediti delle bollette – non sono generosi.

Allora perché gli italiani continuano a tenere fermi i propri risparmi in strumenti infruttiferi? La risposta è semplice: per paura. Il 53% degli italiani muniti di conto corrente teme la recessione, il 40% la possibile perdita del lavoro, il 27% teme un aumento delle tasse (fonte: Osservatorio Anima/Gfk).

Apparentemente la scelta di immobilizzare i soldi sui conti correnti può apparire sensata visto il contesto di crisi, ma poco efficiente se si prova a guardare al futuro.
La conseguenza infatti è che tendono a perdere valore nel tempo in modo costante. Per fare un esempio: considerando la media degli ultimi 20 anni dell’indice dei prezzi al consumo, pari all’1,7%, 10 mila euro depositati nel 2000 su un conto corrente oggi varrebbero, in termini di potere d’acquisto, 7.138 euro, quindi circa il 30% in meno!
In altre parole, l’aumento dei prezzi al consumo, anche se moderato, provoca una erosione lenta ma inesorabile del valore dei nostri risparmi.

È quindi importante anzitutto far nascere questa consapevolezza nei risparmiatori italiani e investire in educazione finanziaria in modo da migliorare la conoscenza di base dei cittadini in questa materia.

In secondo luogo è importante che i risparmiatori si affidino a intermediari finanziari esperti che operano per aziende solide, i quali sapranno suggerire soluzioni personalizzate , in coerenza con la normativa vigente a tutela dei risparmiatori.

Le compagnie di assicurazione, proprio per la loro vocazione alla gestione dei risparmi nel medio lungo periodo, svolgono un ruolo di primo piano in questo processo. Grazie a una buona pianificazione assicurativa e l’aiuto di un consulente esperto sarà possibile orientarsi nella scelta di prodotti finanziari nuovi o già esistenti, flessibili, personalizzabili e diversificati come i piani di risparmio individuali o forme pensionistiche complementari, strumenti che vengono continuamente potenziati per far sì che rispondano a eventuali cambiamenti esterni e shock economici in un modo che risulti comunque vantaggioso per risparmiatori e investitori.