Come la smart mobility migliora la vita in città

Trend, dati e previsioni relativi a una mobilità urbana integrata e intelligente

Amministratori pubblici e urbanisti discutono da decenni di nuove forme di mobilità urbana in relazione alla quotidianità di milioni di cittadini che animano le città di tutto il mondo. Il dibattito è affascinante ma al tempo stesso complesso a causa della varietà degli attori e degli interessi coinvolti, e per via dell’insorgenza del Covid-19 ha registrato un’imprevedibile accelerazione. Per immaginare l’impatto della pandemia sull’insieme dei trasporti pubblici e privati nelle città italiane, uno studio condotto dal Politecnico di Milano (Smart Mobility Report 2019) dimostra che a crescere non sono stati soltanto i dati relativi all’elettrificazione dell’auto, ma anche quelli sull’utilizzo di biciclette, monopattini e di altre forme di mobilità condivisa.
Ecco, in sintesi, i modelli di mobilità alternativa più utilizzati secondo lo studio sopracitato che avranno un ruolo centrale anche nel periodo di transizione verso la normalità:

  • Bike sharing. Con 35.800 unità disponibili, l’utilizzo dei servizi di biciclette in condivisione resta la modalità preferita di spostamento dei cittadini in contesti metropolitani. Con gli anni, oltre al numero di biciclette, sono aumentati anche i chilometri di piste ciclabili e altre infrastrutture correlate, come i parcheggi custoditi o i depositi per i bagagli nelle principali stazioni europee.
  • Scooter sharing. Ha un’incidenza minoritaria (2.200) rispetto al car sharing (6.500, +6%), ma in fortissimo aumento (+340%) I veicoli a due ruote a zero emissioni rappresentano il 90% della flotta (2.020 e-scooter su 2.240 unità in totale). Tuttavia, i numeri sono destinati a salire in considerazione del drastico declino dell’utilizzo delle auto in condivisione già in atto.
  • Micro-mobilità elettrica. Si intendono i monopattini elettrici, inseriti nel paniere Istat 2020, i segway, gli hoverboard e i monowheel, la cui circolazione è stata regolata con la legge di conversione del decreto-legge Milleproroghe entrata in vigore il 1 marzo 2020.

A causa della permanenza del virus, il Ministero dei Trasporti ha deciso di mettere in pista delle forme di eco-incentivi all’acquisto di biciclette anche a pedalata assistita, e di veicoli a propulsione prevalentemente elettrica, nonché i servizi di mobilità condivisa a uso individuale. Al tempo stesso, si pensa alla creazione di bike lane e linee di arresto avanzato per le stesse rispetto alle auto, a tutela della sicurezza per i cosiddetti utenti deboli della strada.
Con l’inizio della Fase 2 e almeno fino a settembre, infatti, la capienza dei trasporti pubblici risulterà fortemente condizionata dal rispetto delle norme di sicurezza imposte dal coronavirus. È quindi facile ipotizzare un aumento del traffico privato, in mezzo al quale ciclisti o utenti di monopattini o segway, saranno evidentemente esposti a maggiori pericoli rispetto ad un automobilista.
In questo nuovo scenario, per i conducenti di velocipedi con una potenza sotto i 500 W e velocità entro i 20km/h, non c’è obbligo di copertura assicurativa, ma è evidente che risulta fondamentale munirsi delle giuste tutele per mettere in sicurezza se stessi, la propria famiglia e gli altri. Tradizionalmente questa tutela è un’estensione della polizza Casa, i più la ricorderanno come Responsabilità Civile del capofamiglia e offre una copertura di risarcimento per danni involontariamente causati a terzi nell’ambito della vita privata e del tempo libero.